Tablet e Smartphone green: elettronica ecosostenibile

I cambiamenti climatici sono recentemente saliti agli onori delle cronache, con mobilitazioni in tutto il mondo verso scelte più ecosostenibili. In quest’ottica green, ogni nostra azione ha un impatto sul pianeta e anche i nostri acquisti possono essere più rispettosi dell’ambiente. La buona notizia è che ci sono aziende che producono elettronica cercando al contempo di salvaguardare l’ambiente. E allora, dovendo scegliere fra varie marche a disposizione, perché non scegliere le più sostenibili?

Quali sono i marchi ed i produttori più attenti all’ambiente?

Prima di ogni altra cosa, è importante notare che la produzione di tablet ha un impatto significativo sull’ambiente, che inizia con il rilascio di emissioni nell’acqua e nell’aria. Ad esempio, la produzione di un solo iPad equivale alle emissioni di anidride carbonica prodotte da un’auto in 700 Km.

Pertanto è importante scegliere aziende che si stanno concentrando sulla responsabilità ambientale, e al contempo producono dispositivi di qualità. Come punto di partenza, puoi consultare Greenpeace’s Guide to Greener Electronics: un rapporto sull’impegno dei grandi nomi della tecnologia nei confronti della salvaguardia dell’ambiente. riassunte in Energia, Consumo delle Risorse e Agenti Chimici.

La Guida di Greenpeace all’Elettronica Green

La guida di Greener Electronics pubblicata da Greenpeace fornisce un’analisi di 17 delle principali società di elettronica di consumo in termini di impatto ambientale.

Tre sono le aree chiave relative alla salvaguardia dell’ambiente e alla gestione responsabile della catena di produzione in tutto il settore dell’elettronica:

  • Energia: riduzione dei gas serra attraverso l’efficienza e le energie rinnovabili
  • Consumo di risorse: progettazione sostenibile e utilizzo di materiali riciclati
  • Sostanze chimiche: eliminazione di sostanze chimiche pericolose dal prodotto stesso e dalla produzione

Questa eco-guida di Greenpeace non assegna punteggi su dispositivi specifici; valuta le politiche generali e le pratiche delle aziende per fornire ai consumatori un’analisi dettagliata della sostenibilità dei principali nomi del settore.

Elettronica Sostenibile: la classifica green delle aziende

Greenpeace ha assegnato ad ogni azienda un punteggio, classificandole da A a F in ogni categoria. Al primo posto la poco nota Fairphone, un marchio che ha fatto di sostenibilità ambientale e trattamento equo dei lavoratori i suoi cavalli di battaglia, anche se tale impegno non è stato ricambiato dal successo commerciale.

Al secondo posto Apple che si discosta di poco dalla virtuosa Fairphone, grazie all’impegno dedicato all’utilizzo di risorse rinnovabili e all’eliminazione di sostanze chimiche pericolose. Bene anche Dell e HP, seguite dalle “appena sufficienti” Lenovo e Microsoft.

Incredibilmente Samsung, il secondo produttore di tablet più grande dopo a Apple, con il suo sistema di produzione che fa molto affidamento sui combustibili fossili, fa peggio della cinese Huawei. Maglia nera per le altre cinesi Oppo, Vivo e Xiaomi, che non brillano per trasparenza.

Amazon però è la compagnia meno trasparente di tutta l’industria, dal momento che non rilascia alcun dato ufficiale riguardo le fonti da cui provengono i materiali utilizzati e non pubblica nessun dato relativo alla riduzione di agenti chimici nocivi.

Conflict Minerals: l’elettronica che finanzia le guerre

Tutti i dispositivi elettronici contengono stagno, tantalio, tungsteno e oro, minerali che si trovano in gran parte nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) e nei paesi circostanti. I profitti derivanti dalla vendita di questi minerali hanno finanziato i conflitti armati che hanno afflitto il paese dagli anni ’90. E il controllo delle miniere è diventato un importante obiettivo militare.

Secondo una ricerca dell’International Peace Information Service, il 56% delle miniere ha una presenza armata dell’esercito o di gruppi armati indipendenti. Ciò pone le aziende in una posizione di responsabilità per garantire che il loro denaro non stia effettivamente finanziando questi conflitti. Su questo fronte, ci sono stati alcuni segnali di cambiamento positivo.

Nel marzo 2017, i deputati dell’UE hanno votato a favore di forzare le aziende Europee a prendersi la responsabilità dell’origine dei minerali che importano. “Alle aziende sarà richiesto di controllare la loro catena di approvvigionamento per rispettare i diritti umani e impedire loro di contribuire ai conflitti dal 1 ° gennaio 2021.” Agli importatori sarà richiesto di rivelare pubblicamente le loro pratiche e politiche su base annuale.

Sul fronte dei produttori di elettronica, nel 2017 Apple ha promesso che avrebbe trattato il cobalto come minerale di conflitto. Anche il cobalto è estratto in Congo ed è stato spesso collegato al lavoro minorile e ad altre violazioni dei diritti umani. L’azione di Apple sull’estrazione del cobalto è stata accolta favorevolmente da Amnesty International.

Anche Samsung e Asus si stanno impegnando a favore della riduzioni dei conflict minerals, ma senza rilasciare alcun dato in merito.

Obsolescenza Programmata

L’antitrust ha recentemente sanzionato due giganti dell’elettronica per obsolescenza programmata. 10 milioni di euro di multa per Apple e 5 milioni di euro di multa per Samsung per “aver imposto ai consumatori di scaricare aggiornamenti software colpevoli poi di rendere meno efficienti o mal funzionanti modelli di smartphone nuovi e costosi”

La sostenibilità ecologica dei dispositivi elettronici viene aggravata dalla rapidità con cui vengono fabbricati, utilizzati e gettati via.

Nel 2015, oltre 3 miliardi di persone possedevano uno smartphone. Entro il 2020, questo numero dovrebbe salire a oltre 6 miliardi, oltre il 70% della popolazione mondiale. Solo questo tasso di crescita mostra l’urgenza di correggere i difetti dell’attuale modello aziendale, poiché la durata media della vita degli smartphone è ancora poco più di due anni.

Di fronte alla crescente saturazione del mercato, le aziende progettano sempre più i propri dispositivi in modo da ridurne la durata rendendo le riparazioni o la manutenzione del dispositivo difficili, se non impossibili. Di conseguenza, la vita prevista dei prodotti viene significativamente ridotta e tutta l’energia, le risorse e lo sforzo umano sono sprecati una volta che il dispositivo è danneggiato, ha bisogno di una nuova batteria, o più spazio di archiviazione.

Riciclare i dispositivi elettronici

I dispositivi elettronici sono tesori di metalli rari che possono essere recuperati e riutilizzati. È stato stimato che un milione di telefoni potrebbe fornire circa 16 tonnellate di rame, 350 kg di argento, 34 kg di oro e 15 kg di palladio. Riciclare e recuperare questi metalli potrebbe ridurre in maniera massiccia la necessità di estrazione mineraria, il che significa meno stress sia per l’ambiente sia per le persone (spesso sfruttate) che lavorano nelle miniere di tutto il mondo.

La maggior parte dei nostri vecchi telefoni languisce non utilizzato sul fondo di un cassetto di casa. Secondo il Programma ambientale delle Nazioni Unite, il riciclaggio dei nostri dispositivi elettronici ha il potenziale di generare una preziosa economia circolare, creare posti di lavoro e proteggere la salute umana e ambientale.

Programmi di Riciclo e Take-Back

I maggiori produttori di dispositivi elettronici forniscono servizi di ritiro e riciclaggio per i loro prodotti. Inoltre, molti negozi di elettronica ritirano il nostro usato e i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) sono smaltibili in appositi centri nella maggior parte dei comuni italiani.

Detto questo, le stesse aziende di elettronica provvedono spesso al ritiro e al riciclo dei dispositivi:

  • Apple GiveBack ti permette di portare il tuo vecchio dispositivo allo store e ricevere in cambio una carta regalo o il riciclo a costo zero. Tutte le info sul sito ufficiale
  • Samsung ha introdotto il programma Samsung Recycling Direct (SM), in cui il produttore di tablet sudcoreano collabora con società di riciclaggio locali. Il programma ha raccolto 192 milioni di euro di rifiuti elettronici secondo il sito ufficiale.
  • Huawei con il programma TradeIn valuta il dispositivo e si offre di ricompralo! Ovviamente non tutti i dispositivi vengono ammessi, ma per gli altri c’è il riciclo gratuito
  • Motorola effettua il riciclo tramite un sistema di prenotazione online

L’elenco non è esaustivo; ricorda comunque che se hai comprato un telefono in Italia (come in tutta Europa) puoi semplicemente restituirlo all’operatore o al negozio da cui lo hai acquistato per le riparazioni e il servizio di riclaggio gratuito.

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