Amazon ha Alexa, Apple ha Siri, Microsoft ha Cortana e Google?
L’assistente di Google non ha un vero e proprio nome, o meglio, si chiama Google Assistant. Un giorno chiederemo al nostro maggiordomo virtuale di fare le cose per noi. Nell’ultimo Google I/O abbiamo avuto modo di vedere le potenzialità dell’AI made in Google.
Per il momento le cose che possiamo chiedere ad un assistente virtuale sono tante e disparate, vale quindi la pena di acquistare un dispositivo come Google Home?
Confezione
La confezione, di cartone bianco, presenta la fotografia del Google Home sul davanti, a destra sono presenti alcune caratteristiche e servizi compatibili mentre a sinistra ci sono alcune domande da porre all’assistente. Nella parte posteriore è presente una piccola descrizione di cosa è Google Home. Già dalla confezione si capisce cosa dobbiamo fare con il nostro assistente: domande!
Aprendo la confezione, molto curata, in primo piano troviamo il Google Home e sollevandolo troveremo anche la presa da muro. Non c’è altro nella confezione. Questo perché abbiamo tutto il necessario per poter utilizzare il nostro assistente.
Design
Esteticamente il dispositivo è molto curato. Un cilindro con la parte superiore tagliata d’obliquo. La parte superiore è in plastica bianca mentre quella inferiore è in tessuto, per consentire il passaggio del suono.
Le due parti sono separabili tra loro e si collegano grazie ad un sistema a magneti.
La parte inferiore in tessuto nasconde i 3 speaker presenti ed è sostituibile con altre di colori diversi.
L’attacco per la corrente è posizionato nella parte inferiore mentre dietro trovano posto un led di stato ed un tasto per disattivare il microfono.
Sopra invece sono presenti i due fori per i microfoni.
Questa superficie nasconde dei LED ed una zona touch per la regolazione del volume. I Led sono colorati per tutte le situazioni in cui Google riceve il comando o elabora, e sono bianchi per eventuali sveglie o regolazione volume.
Configurazione
La configurazione è veramente semplice e veloce.
Alla prima accensione l’assistente ci chiederà di scaricare l’applicazione Google Home.
Scaricata l’app selezioneremo l’account con cui configurare il nostro smart speaker. In questo modo l’assistente avrà accesso ai nostri dati.
Da qui partirà la ricerca dei dispositivi configurabili.
Una volta trovato il dispositivo ci apparirà la richiesta di configurarlo. Diamo eventuali password dell’account e della rete wifi e andiamo avanti. Il dispositivo ci chiederà se vogliamo configurare il riconoscimento della nostra voce. In questo modo saprà chi gli sta chiedendo cosa e a che account accedere per le informazioni.
Ci darà già la possibilità di scegliere l’account per il servizio musicale preferito, Google Play Musica, Spotify e TuneIn. Una volta completato questi passaggi l’assistente è pronto ad essere utilizzato.
Come funziona?
Per chi ha già avuto a che fare con l’assistente Google saprà già cosa aspettarsi. La vera comodità sta nel non dover interagire fisicamente con il dispositivo per effettuare richieste ma dovremo utilizzare solo la nostra voce. Ci sono due “formule” per richiamare l’assistente.
“Ok Google…”
“Hey Google…”
Queste due frasi attivano l’assistente e si possono utilizzare indistintamente. Se avete altri dispositivi Google, come smartphone, consiglio di utilizzare “Hey Google…” così attiverete solo l’assistente nell’altoparlante. Ho notato che anche usando la frase “Ok Google…” viene data la priorità all’altoparlante. Non funziona sempre benissimo ma ho risolto nel modo che vi ho già riferito.
Ora vi stareste chiedendo… quindi? Cosa posso farci? Tutto e niente in realtà. Potrete chiedere qualsiasi cosa senza una vera e propria struttura. Il sistema messo a punto da Google permette di contestualizzare la richiesta, indipendentemente da come viene posta la domanda. Il mio consiglio è non arrendetevi. Se doveste notare che una domanda non riceve risposta riprovatela in futuro. Google lavora costantemente per fare si che tutte le richieste abbiano risposte pertinenti.
Questa è la cosa più interessante di questo dispositivo. Non ha necessità di essere sostituito come altri dispositivi (ad esempio smartphone). Per funzionare lo speaker ha bisogno di poca potenza di calcolo, necessaria a recepire il comando ed inviarlo ai server, dove avviene il vero lavoro. La maggior parte degli aggiornamenti, infatti, avviene lato server senza che noi ci accorgiamo di nulla. Questo tipo di approccio consente di ricevere risposte sempre veloci (sono poche le volte che impiega più tempo a rispondere e credo dipenda anche dalla velocità di rete). Conversare con Google Home non è male e i tempi di risposta sono ottimi. La vera scocciatura sta nel dover richiamare sempre l’assistente con OK Google, che rende poco naturale effettuare più richieste continuative.
Utilizzo Giornaliero
Come si comporta quindi nella vita di tutti i giorni? Vi riporto la mia giornata tipo così da mostrarvi le differenti potenzialità, che non si limitano a ciò che faccio io.
La sera precedente chiedo gli impegni del giorno dopo e di impostare la sveglia. La mattina chiedo le condizioni meteo, se c’è traffico per il tragitto verso il lavoro e di accendere la luce del comodino (le lampadine Yeelight sono supportate).
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Alzato da letto è ora di prepararmi. Mi piace iniziare la giornata con della musica quindi chiedo all’assistente di riprodurre la mia musica preferita da Spotify. Nel caso mi venisse in mente qualcosa da aggiungere alla mia lista della spesa do il comando di aggiungerla.
Trovo molto utile questa funzione poiché mi vengono in mente improvvisamente cose che mi mancano per casa e le scrivevo ovunque, spesso su tanti foglietti diversi; ma in questo modo mi basterà chiedere a Google di aggiungerlo alla mia lista e una volta al market apro il link per avere una lista completa.
Una volta tornato a casa chiedo a Google Assistant di avviare una stazione radio e di accendere il ventilatore. Ho collegato il mio ventilatore in una presa smart compatibile con Assistant. Così non dovrò far altro che chiedere “Ok Google accendi ventilatore”.
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Solitamente leggo qualche libro ed ho una mia taratura personalizzata per leggere. Ho creato un comando personalizzato, usando il servizio IFTTT, che al comando “modalità lettura” imposta la luce con una certa intensità e colore. Finito di leggere chiederò a Google di spegnere tutto, così che spegnerà la spina del ventilatore e tutte le luci di casa.
Durante la giornata mi piace fare domande strane all’assistente per capire il grado di avanzamento. Provate a chiedere qualsiasi cosa vi venga in mente.
Conclusioni
Allo stato attuale avere solo l’assistente Google come dispositivo di domotica potrebbe essere leggermente limitante. Per questo vi consiglio di dotarvi di dispositivi di domotica per creare maggior interazione tra il dispositivo e la casa. Dispositivi come il Nest, possono darvi informazioni sulla casa. La lista dei dispositivi compatibili con Google Assistant è lunghissima e col tempo sarà sempre più completa. Così come ora sarà sempre più importante prestare attenzione alla possibilità dei dispositivi di essere smart e controllabili da remoto. Immaginate di poter impostare la temperatura calda e fredda della casa comandando i termosifoni ed il condizionatore con il solo uso della voce. Tutte queste cose sono possibili da questo assistente.
La qualità audio la reputo davvero buona e probabilmente leggermente superiore a dispositivi venduti nella stessa fascia di prezzo del Google Home. La potenza dell’audio è davvero incredibile, sopratutto considerando le dimensioni e ad oggi non ho mai messo il volume al massimo.
L’area touch, nella parte superiore, risponde molto bene e non mostra incertezze. Fortunatamente non c’è tantissima necessità di dover fisicamente toccare lo speaker. Il volume è infatti regolabile anche attraverso la voce. I LED presenti sono molto luminosi e si notano anche con la luce del sole diretta.
Il riconoscimento vocale funziona bene ed è immediato. Anche la distanza d’azione è buona, infatti anche mettendosi dall’altro lato di una stanza medio/grande e parlando a tono normale ma deciso il comando viene recepito.
Interazione, i dispositivi compatibili sono tanti e la lista diventa sterminata se si riesce a utilizzare servizi come IFTTT e simili. La mancanza di uno schermo al momento si sente per l’impossibilità di chiedere alcune cose. Questa mancanza viene però ridotta se si possiede anche una chromecast (o un dispositivo che fa anche da chromecast).
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Collegando una Chromecast alla TV, infatti, potremo chiedere al Google Home di mostrarci le nostre foto (prese da Google Photo) o di avviarci un determinato video da YouTube.
Le possibilità ci sono e possono solo aumentare col tempo.
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